UNIFI e Edilpaglia-Censimento paglia

Image Hosted by ImageShack.us

mercoledì 28 novembre 2012

Cronaca di una morte annunciata

Delle imprevedibili tragedie che colpiscono Carrara 
ed il resto d'Italia.



Non serve certo essere tecnici o indovini per capire che scavare indiscriminatamente le montagne che sovrastano una città equivale a metterne a rischio la popolazione, privando della vegetazione e della struttura i versanti che altrimenti potrebbero assorbire e rallentare enormi quantitativi di acqua piovana.
Né per capire che la cementificazione selvaggia del territorio e la sua conseguente impermeabilizzazione significano inondazioni ed allagamenti certi, privando l'acqua di vie di infiltrazione ed i fiumi di adeguate casse d'espansione.
Né per capire che la totale mancanza di gestione e cura del territorio produce dissesto idrogeologico mettendo a rischio ecosistemi e comunità.

Non si può sempre parlare di fatalità, di imprevedibili tragedie, questa è la cronaca di una morte annunciata, questa è la morte di zone sempre più ampie di territorio del nostro splendido paese.
Uccise dalla semplice e banale indifferenza, incuria, verso ogni aspetto della "cosiddetta" natura.

Purtroppo noi cittadini spesso consideriamo il territorio e la natura circostante come uno spazio  virtuale, una cartolina bidimensionale di cui apprezziamo la visuale ma che pensiamo possa sopportare qualunque ferita rimanendo imperturbabile, non è così,il territorio e gli ecosistemi che li ospitano sono vivi, ed esercitano una resistenza (resilienza) verso qualunque perturbazione che ne metta a rischio l'esistenza, non sono un banale scenario alla vita umana , bensì ne sono la sostanza materiale e la fonte di tutte le risorse indispensabili alla nostra sopravvivenza.

Dobbiamo capire che ogni strada,ogni casa, ogni traccia umana sul territorio produce una perturbazione, quando queste perturbazioni superano una certa soglia le  conseguenze possono essere devastanti.
Dobbiamo capire che l'interesse minuto del singolo non può mettere a rischio l'esistenza e la sopravvivenza di intere comunità.

In questi tempi di crisi il danno economico derivante da questi fenomeni rischia di far precipitare ancor di più l'economia verso una recessione irreversibile, mentre servirebbero molti meno soldi per prevenire e contenere il rischio idro-geologico evitando di fatto molti eventi catastrofici come quelli avvenuti in questi giorni e poche settimane fa.
Ma queste azioni non sono visibili, non portano consenso come i centri commerciali o le generose azioni della ricostruzione, e soprattutto l'emergenza crea deroga, deregolamentazione e  spazi oscuri in cui si annida la criminalità ed il clientelismo.
Forse è arrivato il momento di andare a bussare alle porte del Palazzo e di chiedere, pretendere, ottenere di decidere, decidere su come i soldi pubblici vengano spesi per tutelare la popolazione ed il territorio non per metterla a rischio ad ogni stagione di pioggia pur di assecondare gli interessi di pochi ma influenti individui.

Ogni cittadino ha sotto i propri occhi questi fatti, ne può trarre ogni tipo di conclusione ma non possiamo continuare ad essere totalmente indifferenti o peggio compiacenti nei confronti dell'assalto al territorio della nostra povera Italia, a meno che non vogliamo continuare a pagare il prezzo di tale indifferenza con la moneta più cara che esista.